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26.06.2012 - Alessandra Chiappori

Goletta Verde di Legambiente a Imperia

È partito domenica dal capoluogo il viaggio dell’imbarcazione in difesa delle coste italiane. E mentre Imperia si vergogna per le situazioni off limits del Rio Santa Lucia e dell’Impero, si attende la costruzione del depuratore, promesso per luglio

La Goletta Verde domenica 24 giugno a Imperia

Un primato poco lusinghiero quello che ha visto la celebre Goletta Verde di Legambiente solcare le acque di Imperia nella giornata di domenica 24 giugno per segnalare la bandiera nera di cui il capoluogo è stato tristemente insignito. Sul vasto perimetro di coste italiane, sono cinque in totale i vessilli alla peggiore gestione dell’ambiente costiero, tra cui spicca Francesco Bellavista Caltagirone,  l’imprenditore a capo di un impero nel mondo delle costruzioni coinvolto nei progetti dei porti turistici a maggior impatto ambientale lungo tutta la penisola, da Imperia a Siracusa, passando per Carrara e il mega-porto della Concordia a Fiumicino. Nella lista piratesca anche Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico, Costa Crociere, Grimaldi Lines e infine Raffaele Lombardo, governatore della Regione Sicilia.

“Non è un caso che il viaggio di Goletta Verde inizi proprio da Imperia. Negli ultimi anni, la provincia ligure si è contraddistinta per cemento, concessioni demaniali sospette, depurazione zero e scarsa trasparenza – dichiara Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria - Sono anni che in provincia di Imperia assegniamo bandiere nere, a partire dal 2002 al comune di Sanremo per l’affaire Portosole. Questa provincia vive sotto un vero e proprio scacco portuale. Tra cementificazione della costa, difformità progettuali, concessioni demaniali sospette, depurazione zero e scarsa trasparenza, dal 2006 ad oggi, sono state tre le bandiere nere assegnate da Goletta Verde in provincia di Imperia”.

Ma Imperia non è sola nel suo primato negativo. Anche nel comune di Ospedaletti l’iter per la costruzione del porto turistico ha subito molte vicissitudini. Già nel 2006, la Goletta Verde ha assegnato all’amministrazione in causa il vessillo dei pirati del mare per la realizzazione di un porto turistico, ritenuto per dimensioni e costi sovradimensionato in un paese di soli 3.000 abitanti. Dopo anni di contenziosi tra Fin.Im, la società appaltatrice ed il Comune, attualmente, a sei anni dall’inizio dei lavori, i risultati si riassumono in mucchi di detriti, scheletri di ossatura portuale e la gran parte dell’opera ancora al punto di partenza. Un cantiere fermo, con incerti tempi di riavvio e completamento che rischia di annoverarsi nella lunga lista di opere incompiute ed inutili.

La regione Liguria verte in una delle situazioni più critiche di tutto il nord Italia. Proprio per questo, nell’ottobre 2011 si è cercato di correre ai ripari. Nell’allegato A della legge regionale sulla depurazione vengono indicati i comuni della mala depurazione, ai quali si vieta di portare avanti qualunque intervento edilizio fino a quando non adeguino la propria capacità depurativa. Nella black- list vengono riportati sei comuni ricadenti nella provincia di Imperia: Ospedaletti, Diano Castello, Diano Marina, Cervo, San Bartolomeo al mare e Villa Faraldi. Con sorpresa Goletta Verde nota l’assenza di Imperia, ormai divenuta caso nazionale in termini di mancata depurazione.

I lavori al depuratore del Comune di Imperia pare siano in fase avanzata di esecuzione, per questo la città non si trova nella allegato A della legge regionale. L’impianto dovrebbe entrare in funzione entro fine luglio. Se così non fosse, Legambiente chiede che il capoluogo sia inserito tra i comuni citati.

I dati relativi alla qualità delle acque che dai torrenti confluiscono in mare sono preoccupanti: emerge una quantità di scarichi abusivi, non ancora collettati e che dovrebbero essere diretti al depuratore, un’opera attesa da decenni. I campionamenti effettuati dai biologi della Goletta Verde di Legambiente nella città e nella provincia di Imperia riportano una situazione quanto mai preoccupante. In città, precisamente presso la Foce Rio Santa Lucia in prossimità della spianata Padre Cristino da Oneglia, in via Andrea Doria, i campionamenti dei tecnici di Legambiente hanno indicato livelli batteriologici ben oltre la norma. Odori sgradevoli, acqua torbida di limo, fanghi e resti di piante acquatiche secche. Il verdetto delle analisi parla chiaro: l’acqua è fortemente inquinata. Ancora ad Imperia, un altro punto nevralgico è il Torrente Impero. Dai rilievi dei biologi di Goletta Verde emerge che la presenza di Escherichia Coli nell’acqua è cinque volte superiore a quanto consentito dalla legge e doppia quella di Enterococchi intestinali. La carica batterica fuorilegge fa si che il prelievo realizzato venga classificato come inquinato.

Da allarme rosso la situazione riscontrata ad Arma di Taggia. Nel comune della provincia imperiese, il prelievo effettuato presso la Foce del Torrente Argentina evidenzia che il numero di unità batteriche formanti colonie per quanto riguarda gli Escherichia Coli nell’acqua è talmente alto da risultare non classificabile, anche i valori degli Enterococchi intestinali sono alle stelle, dire che l’acqua è fortemente inquinata sembra quasi riduttivo. Entro i limiti invece i valori riscontrati in seguito al campionamento svolto dai biologi di Legambiente che si sono recati nella località Tre Spiagge a Sanremo dopo aver ricevuto delle segnalazioni da parte dei cittadini che una settimana prima lamentavano la presenza in acqua di numerosi residui fognari.

“I pirati del mare non sono solo delle pittoresche suggestioni dei libri di storia - afferma Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente – Come dimostrano le cinque bandiere nere che consegniamo quest’oggi sono una triste realtà, il lato peggiore di un modello di fare economia e politica che tarda a scomparire e che continua ad impattare negativamente sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Le bandiere nere che consegniamo oggi, rappresentano denunce precise ma al contempo sono anche il simbolo delle minacce che incombono sul nostro mare e che vogliamo sconfiggere. Con Goletta Verde – conclude Ciafani - andremo all’arrembaggio dei pirati del mare puntando i riflettori sulle politiche che implementano il ricorso alle fonti energetiche fossili, sulla privatizzazione del demanio, su un sistema di portualità che trasforma le coste in giungle di cemento, sul trasporto marittimo senza regole e sulla mancanza di norme di sicurezza nella fruizione del mare”.


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