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19.11.2011 - ALESSANDRA CHIAPPORI

Il "muro” di Marco Vallarino alla biblioteca civica per Olioliva

Imperia e i writers protagonisti del romanzo dell’autore imperiese, che sarà presentato a febbraio a “Casa Sanremo Writings”

Tra le iniziative legate a Olioliva quest’anno non solo prodotti enograstronomici e tipicità, ma anche cultura. Ed è toccato a Marco Vallarino, giovane autore e giornalista imperiese, inaugurare il ciclo di incontri che si svolgeranno durante la kermesse alla biblioteca civica Lagorio. Presentato dal brillante Maurizio Vezzaro, de “La Stampa”, Vallarino ha raccontato il suo ultimo romanzo, “Il muro” (ed. Alacran), che negli ultimi mesi ha riscosso notevole successo di pubblico.

Il romanzo trae spunto da fatti di cronaca, rivelando un’interazione tra i due ruoli dell’autore, quello di giornalista e quello di narratore: “ho sviluppato la curiosità per i murales fin da piccolo – ha spiegato Vallarino – cercavo idee per nuove storie, e un giorno, negli anni dell’università, andando a Torino in treno ho visto una dedica gigante sul muro di un palazzo, una dichiarazione d’amore king size. Da lì ho sviluppato l’idea di un graffito a puntate sui muri della città. Il protagonista di questo romanzo, infatti, è incuriosito dal contenuto crepuscolare di queste scritte, e decide di provare a cercare l’autore.

“Il muro” affronta una tematica spesso ostile agli imperiesi: i graffiti sui muri, considerati opere di teppismo: “certo, i writers nascono proprio per sfuggire al controllo, scrivono su ogni superficie, anche privata, e non sotto commissione – ha chiarito l’autore, che della cultura dei graffitari ha scoperto molto indagando per lavoro e per dare un o sfondo realistico al romanzo - Non è tanto il desiderio di affermare un’arte, quanto un’identità, in metropoli sempre più spersonalizzanti. La cittadinanza non li sopporta perché sono cani sciolti”. La storia, come ha illustrato Vezzaro, è ambientata 8 anni fa, in un 2003 che ha visto scoppiare a Imperia la prima guerra dei writers, così ha raccontato Vallarino: “il 2003 è stato l’anno in cui Imperia si è confrontata per la prima volta con il writing, partito come una moda, per cui Oneglia ha iniziato a essere tappezzata con simboli dal significato spesso oscuro. A quel punto ho iniziato a cercare approcci con i ragazzi autori di queste scritte, rimasti nell’ombra. Se dapprima mi guardavano male, sono poi riuscito a conoscerne da vicino alcuni: erano tutti ragazzi presi dal desiderio di cavalcare questo fenomeno, senza pensare alle conseguenze sociali, agendo per passione, non con fini etici o sociali”.

Le strade di Imperia e la città stessa diventano protagoniste ne “Il muro”, dietro ogni scritta c’è un muro autentico, che richiama un pezzo di città, e dietro ogni muro ci sono storie. Storie di ragazzi, come i tanti che vivono la città. In questo senso, la biografia dell’autore ha avuto un ruolo decisivo: “c’è stata una forte intenzione di inserire alcune note biografiche – ha confessato Vallarino – erano sensazioni provate in quel periodo, anche se, nonostante questi spunti biografici, i personaggi poi sono sfuggiti comportandosi in modi del tutto autonomi”. Tra i tanti luoghi di Imperia ne spicca uno in particolare, un “microcosmo antropologico”, come ha acutamente osservato Vezzaro, ed è il bar, punto di ritrovo e socializzazione che, nonostante l’imperversare dei social network, ha ancora un ruolo attivo secondo l’autore: “al di là di internet c’è un grande interesse a trovarsi in spazi fisici, come possono essere i bar, le piazze, i portici. La discoteca in quanto locale resta una mera vetrina, dove non si parla e non ci si conosce, la vera comunicazione è nei bar”.

Ci sono i giovani, c’è Imperia e il mondo dei writers, ma il romanzo di Vallarino rivela anche alcuni aspetti “sinistri” che si ricollegano alla morte, che compare tra le pagine ma che, ha raccontato l’autore, ha colpito anche amici in carne ed ossa. “Il muro” è infatti un romanzo di formazione nel più classico dei percorsi: i giovani protagonisti si scontrano con la morte, l’amore, l’amicizia, per giungere alla fine a un nuovo stadio, quello della maturità. Non solo: le tematiche del romanzo sono campanello d’allarme contro la droga e la sua pericolosità: “la droga c’è – ha spiegato Vallarino – ma non tutta la gente ci casca, c’è chi sa che non ce n’è strettamente bisogno, basta usare un po’ di cervello. Quello che il libro vorrebbe diffondere è anche questa cultura, il capire quanto la droga sia pericolosa – c’è gente che ne muore – e quanto non ce ne sia bisogno: ci sono gli amici, gli amori e i sogni per stare bene. Non mi piace dare giudizi, dico solo che non capisco chi si distrugge così, il protagonista ha dei sogni, rispetto a lui gli altri, che hanno l’unico desiderio del successo, sono spenti. È una scelta, quella tra la droga e il sogno da realizzare”.

Se innovativa è la tematica, nemmeno il linguaggio del romanzo fa eccezione, si tratta infatti di un attento intreccio di prosa narrativa e di slang tipico dell’ambiente del writing. Vallarino ha dichiarato di ispirarsi ai grandi della narrativa noir come Poe, Buzzati, Lovecraft, ma anche  a moderni autori quali Pinckets, Narciso, Evangelisti, Cappi, e di avere una predilezione per lo stile giornalistico di Marco Travaglio e Andrea Buonazzi.

Il successo de “Il muro” non è passato indifferente nemmeno a Pierpaolo Grezzi, ideatore dello spazio “Casa Sanremo Writings”, il salotto culturale che arricchirà la settimana del festival della canzone italiana. Il romanzo di Vallarino sarà infatti presentato durante la rassegna all’hotel Londra di Sanremo, nei giorni dal 14 al 17 febbraio 2012. Intanto, mercoledì 14 dicembre Vallarino sarà a Genova, alla biblioteca della Regione Liguria per un incontro organizzato dall'assessore allo sport e tempo libero Gabriele Cascino, al quale parteciperanno anche alcuni writers cittadini.


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