Il presidente della Porto di Imperia Spa, professore Stefano Vinti, interviene dopo il provvedimento di diniego alla proroga dei lavori per il completamento del nuovo porto turistico del capoluogo.

<Valuteremo nelle prossime ore se impugnare o meno il provvedimento con un ricorso - dichiara Vinti -  Posso però già anticipare che a mio modesto parere che il provvedimento di diniego e' pieno di incongruenze. Ma il punto non e' questo. Il punto è che a seguito di questo atto si apre una fase che direi e' quasi impossibile da gestire. In un quadro simile, infatti, si arriverà presto alla paralisi totale di ogni attività, perché  in assenza di proroga il termine ultimo per realizzare le opere  è già scaduto, la Porto d’Imperia per il prossimo anno dovrà pagare una penale di circa 700.000 euro e allo scadere dell’anno il Comune avrà titolo per adottare il provvedimento di decadenza>.

Il presidente di Porto Spa interviene anche in merito alle pesanti conseguenze che si andranno a determinare.

<In questa situazione - dichiara infatti Vinti - nessuno compra più posti barca, che di fatto diventano invendibili, anche quelli della Porto SPA e, in quota, quindi, anche quelli dello stesso  Comune. E se i posti barca non valgono più nulla, Porto d’Imperia non ha più alcuna leva per costringere il socio costruttore ad adempiere ai propri obblighi. Anzi il paradosso è che, in base agli accordi contrattuali che ho trovato, se i posti barca non hanno più valore perché la Porto d’Imperia perde la concessione, il socio costruttore può pretendere il corrispettivo in denaro. La cosa più assurda è che la decadenza della concessione è il più bel regalo che si possa fare al socio costruttore, legittimandolo a trasformare un cantiere in una causa e consentendogli di chiedere denaro anziché posti barca.

Senza concessione, poi, la Porto d’Imperia non ha né denari né valori da scambiare in cambio di lavori. E in questo clima di incertezza abbiamo già difficoltà a incassare gli affitti e le banche hanno già revocato i fidi concessi. Se non cambia qualcosa nell’immediato, la Porto d’Imperia è un morto che cammina. E sono molto preoccupato per i nostri dipendenti>.

Il presidente interviene anche sull‘inchiesta della Magistratura e sul fatto se abbia influito o meno sulla mancata concessione della proroga ai lavori.

<Di una cosa sono certo - precisa Vinti - l'indagine in corso non ha nulla a che vedere con la proroga per il completamento dei lavori del porto. Ho grande rispetto per la Magistratura e per gli accertamenti che sta compiendo. Non a caso la soluzione che avevo proposto all'Amministrazione comunale teneva assolutamente conto dei dubbi che la Magistratura ha fatto emergere in ordine alla congruità del rapporto tra il valore delle opere realizzate e quello delle opere trasferite al privato>.

Il presidente della Porto di Imperia Spa illustra infine la proposta fatta al sindaco Strescino e lascia aperto ancora uno spiraglio per evitare il disastro totale.

<Ho proposto al sindaco - conclude Vinti - che il socio costruttore concedesse in pegno al Comune le proprie quote di partecipazione nella Porto d’Imperia SPA a garanzia della puntuale ultimazione di tutti i lavori. Il Comune avrebbe potuto concedere la proroga richiesta per 24 mesi e nel contempo riservarsi in sede di autotutela, una volta accertati i valori, di accorciare il tempo di concessione demaniale o in alternativa chiedere e ottenere la ridefinizione del famoso rapporto 70/30. Questi provvedimenti avrebbero consentito di mettere in mora il socio costruttore ma allo stesso tempo di salvare il porto. In caso di inadempienza del socio costruttore si sarebbe potuta ipotizzare la risoluzione del rapporto tra questo e la Porto d’Imperia e l’ingresso di un nuovo imprenditore.

Ritengo comunque ci siano ancora margini per uscire dall'empasse e mi piacerebbe poterli esporre a chi ha la forza per assumere decisioni. Ma occorre agire subito>.