domenica 28 aprile 2024
26.12.2011 - Beatrice Baratto

Natale è finito, una nostra riflessione il giorno dopo

Tutto è compiuto. Accadde nella notte dei tempi, quando nostro Signore morì sulla croce. Ed ora tutto si ripete: la vigilia di Natale è trascorsa, in quest'anno difficile da collocare e giudicare: da un lato la crisi e l'incertezza politica ed economica, dall'altro la tradizione che ci ha abituati ad acquistare regali per amici e parenti e a stipare frigorifero e dispensa come fossimo alla vigilia di una guerra nucleare. L'apoteosi del riciclo; regali che, da anno in anno, vengono a malapena scartati per esser già destinati al prossimo destinatario: dall'orso di Swarovski per la cameriera filippina alla trousse con i sali da bagno per la suocera al profumatore per ambienti alla collega di scrivania. Vigilia di Natale ore 19.00: le bancarelle che, per giorni hanno stazionato nel cuore di Imperia, avvolgono alla spicciolata la marea di statuine antisfiga, sassi decorati a mano e candele profumate. Intirizziti dal freddo patito, delusi dagli incassi caricano le macchine e i furgoncini per avviarsi ognuno alle proprie case. I negozi abbassano le serrande mentre la gente frettolosamente destina gli ultimi euri a regali a cui non dà nessun valore nè importanza. Le mamme, tante, sono chiuse nelle cucine delle case a mettere insieme quella che è la cena della vigilia perchè, secondo i sondaggi, nove italiani su dieci consumeranno tra le mura domestiche la cena del ventiquattro e il pranzo di Natale. I più sorridenti sono i gestori dei bar; ovunque vai decine di giovani stazionano davanti ai locali: birra e Americano. Praticamente una bibbia. "Questa sera ci tazziamo" è la frase ricorrente. E Gesù Bambino se ne sta là; a guardare tutto ciò, il miracolo si sta per compiere. Ancora una volta. Peccato che a nessuno, o quasi, venga in mente di ricordare quel bimbo venuto alla luce in una grotta, in una notte buia e fredda.Tant'è che, pensandoci bene, sembra davvero improbabile la storia del bue e l'asinello, della capanna e del fieno come giaciglio. Se non fosse per la fede fervida avanzerei dei dubbi anche io. Qualcuno sopravvive, con la pancia piena e il tasso alcolico alle stelle e si trascina alla messa di mezzanotte: un tripudio di stivali lucidi, sciarpe nuove di zecca e borse ancora rigide dalla confezione in cui sono state avvolte. Bambini sonnecchianti, adulti presi a mandare, in extremis, i messaggi multipli a persone di cui, a malapena, ricordano il volto. Ragazzini storditi,mutante griffate in vista, pance scoperte da rischiare una colica addominale e creste di capelli che sfidano qualsiasi legge di gravità. Sghignazzano in fondo alla chiesa, un branco in cui fatichi a riconoscere tua figlia o tuo nipote. Tutti dannatamente uguali, assemblati dalle loro incertezze e dalle loro tante fragilità. Qualche anziano, ormai in credito con la vita, intento a sgranare l'ennesimo rosario della giornata.Colpevoli di peccati ormai dimenticati. Tutto è compiuto.Fuori dalle chiese i mendicanti, con il cappello di Babbo Natale e lo sguardo perso nel vuoto, a ricordare le famiglie lontane, gli odori delle loro terre, il calore delle famiglie abbandonate da troppo tempo. Suonano le campane ad annunciare la nascita del Salvatore, proprio l'ora in cui si aprono le porte dei locali, le discoteche in cui è d'obbligo trascorrere la notte più importante dell'anno. Tirare tardi, fino a mattina, fino al giorno del Santo Natale quando poi finalmente, non ci si alza all'alba per andare a lavorare e si può dormire fino a tardi. Fino a quando ci si sveglia per pranzo e, con il cuore leggero e la mente annebbiata, si ricevono i parenti per pranzare tutti insieme. Si mangia e si beve, in un clima di imperturbabile normalità.Lasagne al forno e arrosto con patate. Spumante a buon prezzo e l'immancabile panettone. Per le lenticchie c'è ancora un po' di tempo. Tanto ormai chi ci crede più che portano prosperità e denaro. Guarda come siamo ridotti.I più piccoli giocano con i doni ricevuti, gli altri si tuffano nei video giochi e tanti commentano laconici su facebook la noia che li assale. Aspettando la sera. "Ah! peccato che oggi non ci son le partite" ma stasera si fa ancora festa.

E Natale è passato.

Tutto è compiuto.


Beatrice Baratto


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